Teofilatto Dalasseno
Teofilatto Dalasseno (in greco Θεοφύλακτος Δαλασσηνός?; prima del 990 – dopo il 1039) era un aristocratico bizantino che occupò una serie di posizioni militari di rilievo nell'XI secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Teofilatto era figlio di Damiano Dalasseno, il primo membro documentato dell'illustre casato aristocratico dei Dalasseni[1][2]. Appare per la prima volta nel 998, quando accompagnò il padre, che allora ricopriva la carica di doux di Antiochia, in battaglia contro i Fatimidi. Nella conseguente battaglia di Apamea Damiano fu ucciso e Teofilatto, insieme al fratello Costantino, furono fatti prigionieri. Furono quindi venduti al generale fatimide Jaysh al-Samsama per 6000 dinari d'oro e trascorsero i dieci anni successivi in cattività nella capitale fatimide de Il Cairo[2][3].
Dopo la sua liberazione continuò la carriera militare, ma la sua vita è sconosciuta fino al 1021/22; a quel punto, secondo Yahya di Antiochia, ricopriva il grado di protospatario e di drungarios (molto probabilmente la carica di droungarios tes viglas)[2][3]. Nell'agosto del 1022, l'imperatore Basilio II (regno 976-1025) lo nominò stratego (governatore militare) del Thema Anatolikon e gli diede il denaro per raccogliere truppe, con il compito di reprimere la ribellione di Niceforo Xifias e Niceforo Foca Baritrachelo. Alla fine i due ribelli si scontrarono e Xifias fece assassinare Foca; mentre la ribellione falliva, Dalasseno fece prigioniero Xifias e lo portò in giudizio a Costantinopoli[2][3][4].
Dai sigilli conservati si sa che ricoprì anche le cariche di catapano d'Iberia (probabilmente prima del 1021) e di catapano di Vaspurakan (dopo il 1027)[3][5]. La sua ultima carica, probabilmente nel 1032-34, fu quella di doux di Antiochia, con i gradi di anthypatos patrikios e vestes, anch'essa attestata da un sigillo[3][6][7]. L'imperatore Michele IV il Paflagone (r. 1034-41) sospettò tuttavia i Dalasseni di tramare per usurpare il trono; la carriera di Teofilatto si concluse quindi probabilmente nel 1034, e l'intera famiglia fu bandita nell'agosto del 1039[3][8]. Un altro sigillo attesta che egli ricoprì anche il grado di magistros della corte suprema, ma non è chiaro se questo fosse già prima del 1034 o se gli fu conferito dopo la morte di Michele IV[3][8].
Teofilatto era molto probabilmente il padre di Adriano, il nonno materno di Anna Dalassena, la madre dell'imperatore Alessio I Comneno, fondatore della dinastia dei Comneni[9].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ ODB, "Dalassenos", p. 578.
- ^ a b c d Cheynet & Vannier 1986, p. 82.
- ^ a b c d e f g PmbZ, Theophylaktos Dalassenos (#28254).
- ^ Holmes 2005, pp. 517–521.
- ^ Cheynet & Vannier 1986, p. 83.
- ^ Cheynet & Vannier 1986, pp. 83–84.
- ^ Holmes 2005, p. 353.
- ^ a b Cheynet & Vannier 1986, p. 84.
- ^ Cheynet & Vannier 1986, pp. 77, 84.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Jean-Claude Cheynet e Jean-François Vannier, Études Prosopographiques, Paris, Publications de la Sorbonne, 1986, ISBN 978-2-85944-110-4, OCLC 1229380424.
- (EN) Catherine Holmes, Basil II and the Governance of Empire (976–1025), Oxford, Oxford University Press, 2005, ISBN 978-0-19-927968-5.
- (EN) A. P. Kazhdan, The Oxford Dictionary of Byzantium, Oxford University Press, 1991, ISBN 0-19-504652-8, OCLC 22733550.
- (DE) Friedhelm Winkelmann, Ralph-Johannes Lilie, Claudia Ludwig, Thomas Pratsch e Ilse Rochow, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit Online. Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften. Nach Vorarbeiten F. Winkelmanns erstellt, Berlin, Germany and New York, New York, Walter de Gruyter, 2013, ISBN 978-3-11-015179-4.