Pseudo-Agostino, nome convenzionale dell'autore di alcuni scritti attribuiti ad Agostino d'Ippona.

  • O luce, che nessuna altra luce vede: lume che nessun altro lume vede; luce, che ottenebra ogni luce; e lume, che acceca ogni lume estraneo: luce, da cui discende ogni luce: lume, da cui discende ogni lume: lume, di fronte al quale ogni lume è tenebra, ogni luce è oscurità: luce, per la quale ogni tenebra è lume, ogni oscurità è lume; luce suprema, che cecità non annebbia, che caligine non offusca, che tenebre non arrestano, che nessuno schermo arresta, che mai ombra separa; luce che illumini insieme tutte quante le cose una volta e sempre, inghiottimi nell'abisso della chiarità...[1]
  1. Da Liber soliloquiorum, cap. XIII (P.L., vol. XL, col. 874); citato in Pietro Citati, La primavera di Cosroe: venti secoli di civiltà iranica, Adelphi, Milano, 2006, p. 11 (epigrafe). ISBN 88-459-2037-2

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