Per ebanisteria s'intende l'arte di progettare e produrre manufatti in legno come mobili, statue, quadri ed altri elementi d'arredo attraverso l'uso di tecniche di lavorazione artistica del legno, tra cui l'intarsio e l'intaglio.

Figura geometrica (1537), fra Damiano da Bergamo - Basilica di San Domenico, Bologna

La composizione può contenere decorazioni, mosaici, sculture o disegni veri e propri, creati utilizzando varie essenze lignee più o meno pregiate, oltre ad altri materiali, ad esempio l'ottone o l'avorio.

La figura dell'ebanista si delinea nel Rinascimento, quando i mobili, che fino ad allora avevano avuto una linea semplice ed essenziale, cominciano a seguire i dettami del nuovo stile e ad incorporare sculture in legno e pannelli intarsiati e impiallacciati. Per la realizzazione di questi manufatti è necessario che il falegname si trasformi in ebanista, ovvero che da artigiano diventi artista.

Nel corso dei secoli questa arte si è andata affinando, e con il barocco, ma soprattutto con il rococò, si giunse ad applicazioni di inserti in metallo e pietre dure. Questo rese i mobili vere opere d'arte tuttora ricercate dai collezionisti per la loro bellezza.

Fra i più grandi ebanisti si possono citare i francesi André-Charles Boulle, fondatore di una scuola che fece grande uso di altri materiali, quali la madreperla, l'ottone e la tartaruga,[1] Antoine Gaudreau, Charles Cressent, Jean-Pierre Latz, Georges Jacob, Pierre Migeon IV, Mathieu Criaerd, Bernard Molitor, Jean-Françoise Oeben e Bernard II van Risenbergh, l'inglese Thomas Chippendale, il tedesco David Roentgen e gli italiani Luigi Prinotto, Pietro Piffetti e Gabriele Capello, attivi alla corte torinese dei Savoia[2], nonché Giuseppe Maggiolini operante nella Lombardia asburgica a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo.

Spesso le composizioni ebanistiche costituiscono il disegno principale di un mobile, come accadeva per le opere di Piffetti (forse il maggior ebanista italiano) e di Maggiolini, artigiano mobiliere ritenuto uno dei più grandi ebanisti neoclassici. Egli utilizzava 86 tipi di legni differenti, tra i quali mogano, ebano, acero, agrifoglio, ulivo, bosso, biancospino, ecc.; manteneva inoltre i colori naturali dei legni, ad eccezione di rare occasioni in cui si serviva di coloranti a base di silicati per ottenere colori che in natura non esistono, come blu e celeste.

  1. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol.IV, pag.296
  2. ^ G. Ferraris, A. González-Palacios, R. Valeriani, Pietro Piffetti: e gli ebanisti a Torino 1670-1838, Torino, Allemandi, 1992; R. Antonetto, Il mobile piemontese del Settecento, Torino, Allemandi, 2010, 2 voll.

Bibliografia sull'ebanisteria italiana

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  • Alvar González-Palacios, Il Gusto dei principi: arte di corte del XVII e del XVIII secolo, Milano, Longanesi, 1993
  • Enrico Colle, Il mobile barocco in Italia: arredi e decorazioni d'interni dal 1600 al 1738, Milano, Electa, 2000
  • Enrico Colle, Il mobile rococò in Italia: arredi e decorazioni d'interni dal 1738 al 1775, Milano, Electa, 2003
  • Enrico Colle, Il mobile neoclassico in Italia: arredi e decorazioni d'interni dal 1775 al 1800, Milano, Electa, 2005
  • Enrico Colle, Il mobile Impero in Italia. Arredi e decorazioni d'interni dal 1800 al 1843, Milano, Electa, 1998
  • Enrico Colle, Il mobile dell'Ottocento in Italia: arredi e decorazioni d'interni dal 1815 al 1900, Milano, Electa, 2007
  • Giuseppe Ferraris, Alvar González-Palacios, Roberto Valeriani, Pietro Piffetti: e gli ebanisti a Torino 1670-1838, Torino, Allemandi, 1992
  • Roberto Antonetto, Minusieri ed ebanisti del Piemonte: storia e immagini del mobile piemontese, 1636-1844, Torino, D. Piazza, 1985
  • Roberto Antonetto, Il mobile piemontese nel Settecento, Torino, Allemandi, 2010, 2 voll.

Bibliografia sull'ebanisteria francese

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  • Pierre Verlet, Les Ébénistes du XVIII Siècle Français, 1963
  • Pierre Verlet, Penelope Hunter-Stiebel, French Furniture of the Eighteenth Century, 1991
  • G. Janneau, Les ateliers parisiens d'ébénistes et de menuisiers aux XVIIe et XVIIIe siècles, 1975
  • Alexandre Pradère, French Furniture Makers: The Art of the Ébéniste from Louis XIV to the Revolution, 1990

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